Il Saggio di un elogio istorico di Amerigo Vespucci è un manoscritto redatto da Giovanni e Adamo Fabbroni tra il 1787 e il 1788; consiste di due quaderni, di 38 e 50 carte, più due ritratti di Vespucci in incisione, uno inserito nel primo quaderno e l’altro in allegato. Il primo quaderno contiene il testo dell’Elogio e il secondo le numerose note che, oltre a fornire indicazioni sulle fonti, rappresentano importanti ed eruditi approfondimenti. Nel testo sono menzionate alcune tavole, nella maggior parte dei casi carte geografiche, che attualmente risultano mancanti. E’ scritto quasi interamente con inchiostro nero nella prima parte, con un’alternanza di inchiostro nero e rosso nella seconda parte. Sulla coperta troviamo un titolo variante, "Saggio di un elogio storico di Amerigo Vespucci", aggiunto posteriormente, si presume tra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30 del ‘900, per mano di Nina Pacchioni, che era all’epoca in possesso, non sappiamo a quale titolo, dei documenti della famiglia Pelli-Fabbroni. Dello stesso periodo è il ritaglio aggiunto sulla coperta del manoscritto, in basso a destra, raffigurante lo stemma dei Pelli-Fabbroni; vi sono infatti riuniti l’emblema dei Pelli (a destra) e dei Fabbroni (a sinistra) e in alto l’elmo con la corona dei conti, titolo nobiliare della famiglia. Inizia la stesura del manoscritto Giovanni Fabbroni; alla c. 26v, a metà del rigo 17, continua il fratello Adamo, e sono interamente scritte da quest’ultimo le Note all’Elogio. Entrambi i quaderni sono in buono stato di conservazione.
Il Saggio, inedito, fu scritto per la partecipazione al Secondo concorso dell’Accademia Etrusca di Cortona (a Cortona infatti si trova un altro esemplare manoscritto dell’Elogio), bandito nel 1787 e vinto da Stanislao Canovai il 15 ottobre del 1788. Il primo concorso, bandito nel 1786 per iniziativa del conte Louis de Durfort, rappresentante del Re di Francia a Firenze, non aveva visto alcun vincitore: furono infatti bocciate tutte e tre le memorie presentate. I due concorsi scatenarono una disputa tra i concorrenti, prova ne sono gli scritti polemici dello stesso Canovai, di Marco Lastri e di Francesco Bartolozzi, ed ebbero importanti ripercussioni sulla storiografia vespucciana del periodo. L’esemplare posseduto dal Museo Galileo è una copia preparata per la stampa, a cui gli autori dovettero però rinunciare a causa del silenzio imposto dal granduca Pietro Leopoldo per placare le recenti contese. Fa parte di una raccolta denominata Carte Fabbroni, che era a sua volta parte, probabilmente, dell’ampio Fondo Fabbroni (conservato sempre presso Museo Galileo in comodato dalla Regione Toscana, 1982). Dal Fondo, in occasione dell’Esposizione Nazionale di Storia della Scienza del 1929, furono estratti alcuni documenti manoscritti di particolare rilievo per metterli in mostra. Troviamo infatti l’Elogio citato negli inventari dell’Esposizione del 1929 insieme ad altri cimeli di Giovanni e Adamo Fabbroni; in seguito a tale evento il manoscritto è rimasto fra i documenti dell’Archivio storico del Museo Galileo.
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Bibliografia:
BARTOLOZZI F., Ricerche istorico-critiche circa alle scoperte d'Amerigo Vespucci, Firenze, G. Cambiagi, 1789
CANOVAI S., Elogio d’Amerigo Vespucci, Firenze, P. Allegrini, 1788
CANOVAI S., Lettera allo stampatore sig. Pietro Allegrini a nome dell'autore dell'elogio premiato d'Amerigo Vespucci, [Firenze? 1789]
LASTRI M., L'elogio di Amerigo Vespucci, Firenze, Moücke, 1787
LUZZANA CARACI I., Amerigo Vespucci. In: Nuova raccolta colombiana, vol. 21. Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1996
PASTA R., Scienza politica e rivoluzione: l'opera di Giovanni Fabbroni (1752-1822) intellettuale e funzionario al servizio dei Lorena, Firenze, L.S. Olschki, 1989