Il Museo Galileo ha recentemente acquisito un compasso a forma di pugnale siglato da Benvenuto della Volpaia, uno dei più famosi orologiai fiorentini del Cinquecento. Le iniziali dell'artefice, B∙V, sono incise su una gamba dello strumento, come nell'analogo compasso dello stesso autore già presente nelle nostre collezioni con il numero di inventario 2515.
I due compassi - insieme a un terzo in collezione privata, anch'esso siglato B∙V - furono ordinati da papa Clemente VII (Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici) all'indomani dell'assedio di Firenze nel 1530. In occasione di quello storico evento che avrebbe posto fine alla Repubblica e restituito il potere ai Medici, Benvenuto della Volpaia fu incaricato di un'azione di spionaggio: eseguire segretamente un rilievo della città e dei colli d'Oltrarno al fine di costruire un modello in legno per consentire al pontefice di seguire da Roma gli sviluppi dell'assedio. Il modello fu costruito dallo scultore Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, e spedito a Roma con altrettanta segretezza, nascosto "in alcune balle di lana che andavano a Perugia" (Benedetto Varchi, Storie fiorentine).
Nella sua doppia funzione matematica e militare, il compasso camuffato da pugnale fu quasi certamente ordinato per celebrare simbolicamente quella storica impresa.
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